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STORIA

Bansuri Storia Come nasce Consigli Ritmica Tamura e tabla

La storia

La storia

Il flauto di bambù è da tempi immemorabili parte integrale della cultura indiana. Essendo lo strumento scelto da Lord Krishna, è molto comune nelle case e nei luoghi pubblici indiani trovare l’immagine di questa sorridente divinità intenta a suonare il bansuri. Il bansuri (dal Sanscrito bans-bambù e sur-melodia), è uno strumento antichissimo. Esso viene descritto nei Veda, è raffigurato in numerosi bassorilievi di molti templi ed è dipinto su testi buddhisti vecchi di oltre 2000 anni.

 Il bansuri sta riscuotendo grande successo sia in India che in Occidente. E’ stato certamente il flautista Pandit Pannalal Ghosh(1911-1960), a valorizzarlo e a renderlo popolare nella seconda metà del secolo scorso. Prima di Pandit Pannalal Ghosh, il bansuri era un flauto di piccole dimensioni suonato da monaci erranti, da pastori e menestrelli. Era usato per accompagnare danze e per musica popolare, ma poco considerato nella musica classica delle corti.

Nei nostri giorni, il più importante rappresentante del bansuri è Pandit Hari Prasad Chaurasia, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per il suo grande virtuosismo, e per la sua collaborazione a progetti musicali con orchestre classiche e nella World Music. Egli è un esponente della Seni Gharana in quanto discepolo della figlia di Baba Allauddin Khan, Annapurna Devi. Pandit Hari Prasad Chaurasia nacque in una famiglia di non musicisti. Iniziò lo studio da adolescente dopo avere sentito un concerto di bansuri alla radio. Egli ha continuato le innovazioni cominciate da Pannalal Ghosh sviluppando molto la tecnica dello staccato nelle variazioni del "Jhala", nei velocissimi "Tihai", e nel "Sawal Jawab", un interloquio fra lo strumento e le tabla a velocità crescente. Alcuni anni fa, dopo una lezione, mi disse, "Praticavo giorno e notte perché sapevo che quella era l’unica via per uscire dalla mediocrità".

 Con i radicali cambiamenti del mondo moderno, la musica indiana è diventata più facilmente accessibile e lo studio non è più solamente relegato ai pochi fortunati membri del "Gharana". Scuole e grandi maestri, ora insegnano raga che erano fino a poco tempo fa gioielli di famiglia gelosamente custoditi. Libri e registrazioni danno accesso a tantissimo materiale che prima richiedeva anni per essere assimilato. Questo cambiamento è per alcuni recepito come una perdita di identità tradizionale, per altri è invece vissuto come un'espansione della conoscenza. Ricordo vivamente le parole del mio Maestro, Ustad Ali Akbar Khan, "Questa musica non è da museo, ma è viva, e in costante evoluzione".