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il bansuri

DIDATTICA

Tampura e tabla

Qui puoi scaricare i tampura di accompagnamento, con o senza tabla.

Tampura SOL

Tampura SOL+tabla

59Mb

73MB

Tampura LA

Tampura LA+tabla

58Mb

72Mb

Tampura FA

Tampura FA+tabla

70Mb

72Mb

Tampura MI

Tampura MI+tabla

60Mb

73Mb

Tampura DO

Tampura DO+tabla

27Mb

55Mb

 

 


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Introduzione alla ritmica

Introduzione alla ritmica

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La storia

La storia

Il flauto di bambù è da tempi immemorabili parte integrale della cultura indiana. Essendo lo strumento scelto da Lord Krishna, è molto comune nelle case e nei luoghi pubblici indiani trovare l’immagine di questa sorridente divinità intenta a suonare il bansuri. Il bansuri (dal Sanscrito bans-bambù e sur-melodia), è uno strumento antichissimo. Esso viene descritto nei Veda, è raffigurato in numerosi bassorilievi di molti templi ed è dipinto su testi buddhisti vecchi di oltre 2000 anni.

 Il bansuri sta riscuotendo grande successo sia in India che in Occidente. E’ stato certamente il flautista Pandit Pannalal Ghosh(1911-1960), a valorizzarlo e a renderlo popolare nella seconda metà del secolo scorso. Prima di Pandit Pannalal Ghosh, il bansuri era un flauto di piccole dimensioni suonato da monaci erranti, da pastori e menestrelli. Era usato per accompagnare danze e per musica popolare, ma poco considerato nella musica classica delle corti.

Nei nostri giorni, il più importante rappresentante del bansuri è Pandit Hari Prasad Chaurasia, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per il suo grande virtuosismo, e per la sua collaborazione a progetti musicali con orchestre classiche e nella World Music. Egli è un esponente della Seni Gharana in quanto discepolo della figlia di Baba Allauddin Khan, Annapurna Devi. Pandit Hari Prasad Chaurasia nacque in una famiglia di non musicisti. Iniziò lo studio da adolescente dopo avere sentito un concerto di bansuri alla radio. Egli ha continuato le innovazioni cominciate da Pannalal Ghosh sviluppando molto la tecnica dello staccato nelle variazioni del "Jhala", nei velocissimi "Tihai", e nel "Sawal Jawab", un interloquio fra lo strumento e le tabla a velocità crescente. Alcuni anni fa, dopo una lezione, mi disse, "Praticavo giorno e notte perché sapevo che quella era l’unica via per uscire dalla mediocrità".

 Con i radicali cambiamenti del mondo moderno, la musica indiana è diventata più facilmente accessibile e lo studio non è più solamente relegato ai pochi fortunati membri del "Gharana". Scuole e grandi maestri, ora insegnano raga che erano fino a poco tempo fa gioielli di famiglia gelosamente custoditi. Libri e registrazioni danno accesso a tantissimo materiale che prima richiedeva anni per essere assimilato. Questo cambiamento è per alcuni recepito come una perdita di identità tradizionale, per altri è invece vissuto come un'espansione della conoscenza. Ricordo vivamente le parole del mio Maestro, Ustad Ali Akbar Khan, "Questa musica non è da museo, ma è viva, e in costante evoluzione".

Come nasce

Come potete vedere dalle foto le canne di bamboo le raccolgo personalmente, le seleziono e le lascio stagionare alcuni anni fino a quando sono pronte per trasformarsi in bellissimi strumenti musicali che riempiranno la vostra vita di un suono unico nel suo genere.

Come nasce

Questo strumento è costruito da una semplice canna di bambù che, accuratamente lavorata e intonata, permette al musicista di suonare bellissime melodie con un'estensione cromatica di circa tre ottave. La costruzione di un bansuri è il perfetto esempio di come un capolavoro artistico non sia solo completato aggiungendo ciò che manca, ma eliminando ciò che è in eccesso. Anche il più semplice flauto è costruito sottraendo dalla canna spazio per i fori, i quali riflettono la circonferenza vuota del bambù. Vuoto più vuoto uguale a flauto, il vuoto risonante.
Considerando la semplicità della sua struttura, gli effetti musicali e le complessità emozionali possibili sono rese ancora più interessanti. Descritto come suono eterico, soave, angelico ma anche cupo e triste, esso riflette una sensazione di nostalgia innata nell'anima umana.

Per costruire uno strumento di qualità bisogna iniziare da un segmento di bambù con le seguenti caratteristiche: il cilindro deve essere diritto e senza nodi, di circonferenza esatta, non ovale, di uno spessore di circa 2 o 3 millimetri e, fattore importantissimo, il bambù deve essere stato raccolto a giusta maturazione, cioè quando la luna calante dei mesi freddi invernali ha rallentato il flusso di linfa attraverso la pianta. Se la pianta è stata tagliata durante il periodo di forte crescita il segmento, una volta essiccata la linfa, sarà leggero e pieno di microscopici spazi fra le fibre, poroso, fragile con povere qualità acustiche. Se invece è stato raccolto a giusta maturazione la fibra sarà compatta come quella del più duro dei legni e la risonanza sarà ottimale.

Anche il terreno e la sua esposizione al sole o all'ombra avranno grande influenza sul suono del flauto. Una pianta cresciuta in un terreno molto umido crescerà velocemente e le sue fibre saranno piene di acqua, viceversa un boschetto su un terreno asciutto produrrà molto più lentamente canne con fibra molto dura e compatta con ottime qualità acustiche. Il bambù prima della trasformazione, deve essere stagionato per almeno 5 anni dopo la raccolta. Questo va fatto in un locale ventilato e all'ombra per evitare crepe piegature e deformazioni. Durante questo periodo i tarli rappresentano il pericolo più grave essi sono molto ghiotti della linfa zuccherina presente nella pianta e possono in breve tempo danneggiare irreparabilmente il raccolto.

È probabile che i nostri antenati, scoprirono il flauto agli albori della storia ascoltando il sibilo che il vento produce attraversando gli spazi del bambù rosicchiato da insetti. Incuriositi iniziarono essi stessi a forare le canne ed a usare le dita per produrre suoni armoniosi.

Anche per noi poco o nulla è cambiato, continuiamo a praticare le stesse tecniche, affascinati come allora dal magico risultato.

ForoIl metodo di costruzione è pressoché rimasto invariato, esso consiste nell'arroventare una bacchetta di metallo nel fuoco e di bruciare via un foro nel posto giusto. Dopo essere stati bucati a caldo, i fori devono essere allargati molto accuratamente con piccoli cilindri di carta vetro fino a trovare la nota desiderata. Questa è la fase più importante e richiede molto tempo. Il flauto va suonato e finemente intonato un poco alla volta e come ogni serio musicista ben sa, non si finisce mai di intonare. Una strettissima relazione esiste fra tutti i sei fori delle dita, se si sbaglia un foro bisogna correggere tutti gli altri. Si può solo cambiare la nota in crescendo, perché stringere un foro sbagliato con cera o altri collanti non risulta mai un lavoro sicuro nel tempo. A circa mezzo centimetro dall'imboccatura il flauto è chiuso da un tappo di sughero che regola l'intonazione delle tre ottave. Le due estremità del flauto vengono poi legate con un robusto filo sottile, o chiuse da un anello di metallo per proteggerle da possibili fratture causate da urti o da improvvisi cambiamenti di temperatura. Per migliorare il suono, e per proteggere lo strumento da crepe causate da temperature troppo secche, il flauto viene periodicamente oliato al suo interno con olio di semi di senape. È molto semplice costruire un bansuri grossolanamente intonato ma è difficilissimo creare uno strumento perfetto perché due canne, anche se cresciute nello stesso canneto, non sono mai uguali. Non è quindi sufficiente replicare le posizioni dei fori; ogni pezzo ha le sue peculiarità e difficoltà da affrontare.

Successivamente, una più accurata intonazione si ottiene limando il foro. Va osservata una stretta correlazione fra diametro, spessore e lunghezza della canna. Un flauto dal diametro largo produce un ottimo suono nell'ottava bassa ma lascia molto a desiderare nell'ottava superiore; un cilindro stretto è invece più debole nel registro basso ma produce note nelle ottave superiori più chiare ed intonate.

Il bambù prima della trasformazione, deve essere stagionato per almeno 5 anni dopo la raccolta. Questo va fatto in un locale ventilato e all'ombra per evitare crepe, piegature e deformazioni. Durante questo periodo i tarli rappresentano il pericolo più grave. Essi sono molto ghiotti della linfa zuccherina presente nella pianta e possono in breve tempo danneggiare irreparabilmente il raccolto.

Solo nei paesi di clima tropicale è possibile la crescita di specie adatte alla costruzione di bansuri, nei nostri climi gli internodi per proteggersi dal gelo crescono troppo corti e sono adatti solo per ottavini.

Nella tradizione musicale dell'India del nord il miglior bambù in assoluto per bansuri viene raccolto in Assam, uno stato confinante con la Birmania.

Qualità meno pregiate ma altrettanto valide, crescono in Bihar e nel Bengala. Anche in altre regioni tropicali della terra crescono tuttavia ottime varietà. Io ho personalmente raccolto bambù in Giappone del Sud, nelle Hawaii e nelle foreste del Guatemala con ottimi risultati.

 

Consigli

Consigli sull'approccio ed esercizi fondamentali

È importantissimo iniziare lo studio con un bansuri bene intonato e ben costruito, per non abituare male il nostro senso di intonazione. Purtroppo, molti sono i bansuri velocemente costruiti per il turista di passaggio ed è molto difficile per uno studente principiante distinguerne la qualità. In mancanza di un conoscitore fidato, un buon test è quello di controllare l'intonazione di tutte le note molto lentamente con un diapason e soprattutto l'intonazione delle ottave superiori. Raccomando a chi per la prima volta vuole avvicinarsi alla pratica, un bansuri in tonalità medio bassa come Sol o La . Questa misura può anche essere suonata da persone con dita piccole, dai 12 anni in su.

All'inizio le mani e le braccia saranno un po' impacciate, ma superate le prime settimane, la ricchezza del suono profondo sarà molto più soddisfacente e renderà la pratica iniziale una bella esperienza sia per chi suona sia per chi ascolta.

I fori di un bansuri più corto, essendo più ravvicinati, possono al primo contatto apparire più facili e veloci da coprire con le dita. Un flauto più piccolo tuttavia richiede molta più abilità nell'emissione delle note e nel controllo dell'intonazione. Il suono inoltre è molto più forte ed acuto; cosa non sempre da tutti apprezzata. Questo potrebbe diventare un intralcio alla pratica e all'entusiasmo iniziale.

Per chi proviene da un'esperienza con il flauto di metallo, è necessario cambiare leggermente la posizione delle mani.

I fori non vanno coperti con la punta delle dita, ma con il cuscinetto della seconda falange. Con questa diteggiatura, dopo un periodo di tempo, si potranno gradualmente suonare flauti molto bassi, dunque più grandi e lunghi, con ottimi risultati.

   

     

     

I bansuri più piccoli, quindi in tonalità più alte, possono essere suonati usando la punta delle dita curvate come nel flauto di metallo.

Come per tutte le arti, l'apprendimento del flauto Bansuri si raggiunge gradualmente con lo studio e l'impegno regolari. Più ci si applica e più aumentano i bei momenti con lo strumento. Come sostengo da anni, è molto più importante poter suonare qualcosa di nostro seppur limitato piuttosto che ascoltare solo musica registrata da altri.

I seguenti consigli serviranno per facilitare e rendere piacevole la pratica del bansuri.

È importante praticare con l'accompagnamento di un Tampura o di un Surpeti (organetto a mantice simile ad un Harmonium). Questo bordone è necessario come tonalità di referenza su cui focalizzarsi per mantenere un'intonazione ottimale.

Nella musica classica indiana, il Tampura viene intonato a seconda del Raga in programma, ma per la pratica iniziale e per la maggioranza dei raga, va intonato con un Sa in ottava bassa, due Sa e un Pa in media ottava. Così pure per il Surpeti.

L'uso del bordone di accompagnamento non appartiene solo alla tradizione indiana, ma viene usato da molte tradizioni musicali di strumenti aerofoni per esempio dalle cornamuse e dalle zampogne nelle quali il bordone è direttamente incorporato nello strumento.

Il Surpeti può essere azionato con un piede mentre si suona, il Tampura invece deve essere suonato da un'altra persona, cosa non sempre possibile. Per il nostro scopo fortunatamente sono in commercio Tampura elettriche e registrazioni su cassetta o cd in tutte le tonalità. Il suono di un bordone acustico rimane tuttavia di gran lunga superiore.

Se possibile, è importante riservare una stanza o un angolo della casa dedicato specificamente alla pratica musicale. Un comodo tappeto e un cuscino aiuteranno a sedere comodamente nella corretta posizione a gambe incrociate. Questo modo di sedere, chiamato posizione del loto, facilita molto il raccoglimento, la corretta respirazione e la concentrazione.

All'inizio sarà sufficiente suonare per poche decine di minuti alla volta, che verranno aumentati naturalmente con l'allenamento.

Se per esempio si hanno 30 minuti disponibili, vi consiglio di usarne una buona metà per le note lunghe e il resto per esercizi di graduale difficoltà.

Mantenersi il più a lungo possibile su di una nota è fondamentale per imparare a respirare col diaframma e per potersi concentrare sull'intonazione.

L'esercizio consiste nel centrare perfettamente con il vostro flauto la nota SA suonata dalla Tampura e di mantenerla stabile e intonata il più a lungo possibile. La nota emessa non deve entrare in dissonanza con la nota del bordone, ma deve essere in armonia, cioè senza il battito che viene a formarsi quando due note pur essendo le medesime non vibrano in modo perfettamente uguale e “sbattono” una contro l'altra. L'esercizio si ripete con tutte le note della scala, che vanno mantenute e attentamente intonate. Questo richiede un buon controllo del soffio d'aria, un orecchio molto allenato, ma prima ancora una corretta respirazione.

Respirare con il diaframma richiede uno sforzo di concentrazione notevole, specialmente nei primi tempi, quando la nostra attenzione è focalizzata sull'intonazione ed il corpo è impacciato dalla postura e dalla diteggiatura. Viene quindi istintivo prendere boccate d'aria corte e veloci, come quando si gonfia un palloncino.

Un semplice esercizio per imparare a respirare in modo efficiente, consiste nello sdraiarsi a terra, appoggiare un foglio di carta sul plesso solare ed osservare il suo salire e scendere ritmato al nostro respiro.

Mentre si suona, bisogna riprodurre lo stesso movimento prestando sempre attenzione al movimento delle spalle. Se queste si muovono vuol dire che il respiro non coinvolge il diaframma, ma rimane alto e superficiale. Questo è sbagliato perché in breve tempo si cominciano a sentire gli effetti dall'iperventilazione: capogiro e mal di testa.

In questo caso il tono rimane danneggiato dalla mancanza di stabilità e l'intonazione non può essere trovata, né tantomeno mantenuta. Si inspira attraverso la bocca e non dal naso.

La posizione ideale del foro di emissione è esattamente al centro del labbro inferiore, come se si stesse pronunciando la parola “tut”.

Un'altra cosa importante è quella di mantenere la gola rilassata specialmente nelle ottave alte. Questo purtroppo per alcuni è molto difficile e può diventare una brutta abitudine, difficile da correggere.

Suonare lunghe note correttamente è una forma di meditazione molto impegnativa. Certamente è una grande sfida per noi cittadini della vita moderna, spesso con la mente e il corpo in affanno e con frettolose aspettative di risultati immediati.

Mentre si suona anche una sola semplice nota bisogna essere veramente presenti, i pensieri vaganti non possono avere posto nella nostra attenzione.

In un istante di disattenzione, si possono perdere l'intonazione, il ritmo e il Raga.

La forza e la bellezza del bansuri stanno prima di tutto nell'intonazione e nella purezza del suono.

Un buon esercizio consiste nel contare il tempo di durata dell'emissione di una nota fra un respiro ed un altro. Mantenendo un ritmo costante, per esempio una battuta al secondo per otto o più battute, si possono lentamente fare tutte le note della scala maggiore. Le lancette dell'orologio possono funzionare come sfida e come indicatore dei miglioramenti in corso.

Un diapason elettronico, o un accordatore per chitarra, possono fornire un grande aiuto.

Bisogna suonare una lunga nota mantenendo l'ago indicatore fermo sulla nota prescelta senza oscillazioni e riuscire a centrare la stessa posizione nuovamente dopo un profondo respiro.

Suonare intonati è un processo molto lungo e laborioso e a detta del mio Maestro, per trovare il giusto SA, ci vogliono dodici anni. Le altre note poi saranno più facili da trovare.

Quando iniziai i miei studi pensavo che le sue fossero esagerazioni, ma ora più di venti anni dopo capisco la verità delle sue parole. La ricerca dell'intonazione non ha fine, si può sempre essere più intonati.

Forse in un'ottimale condizione di vita, la maggioranza di noi esseri umani dovrebbe essere naturalmente capace di sentire e di cantare intonata come gli uccellini del bosco. Purtroppo, come è successo con il senso dell' olfatto, anche il nostro udito si è progressivamente affievolito. Nell'epoca moderna le nostre orecchie sono vittime di veri e propri abusi a cui ci stiamo abituando a caro prezzo.

Ci sono alcune persone che pur non avendo mai praticato nessun tipo di musica, sono naturalmente molto intonate magari senza neanche saperlo. La stragrande maggioranza purtroppo deve faticare assai per conquistare questa vetta. Oltre che una seria pratica, sono di grande aiuto il canto e l'ascolto di grandi Maestri non solo di Bansuri.

Dopo gli esercizi di riscaldamento, si passa agli esercizi di diteggiatura sempre prestando la massima attenzione alla qualità del suono e all'intonazione; in seguito alla velocità.

Qualsiasi serio studente nell'arco di pochi mesi dovrebbe riuscire a suonare il bansuri nelle 2 ottave della scala Bilawal (maggiore). Gli altri Thats che usano i semitoni, considerando la difficoltà di chiudere esattamente il foro a metà, richiedono molto più esercizio e tempo prima di essere praticabili.

DITEGGIATURA DEL BANSURI

 

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