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Musica come "cibo per l'anima": lo Yoga del suono

di Ali Akbar Khan

In India si usa dire che vi siano due tipi di musica: la musica come intrattenimento e la musica come “cibo per l’anima”, come dice il maestro Ali Akbar Khansahib.

La musica come intrattenimento è bella, ma lo yoga del suono è musica in grado di calmare il corpo e lo spirito e di aprire la strada ad una nuova conoscenza di se stessi e del proprio rapporto con la vita.
In India la musica, in quanto yoga, è considerata una delle vie della conoscenza e dell’esperienza di Dio. La pratica della musica come yoga si focalizza su intonazione, ripetizione, concentrazione e meditazione.

Intonazione
Tanto con la voce quanto con uno strumento l’intonazione è un mezzo potente. Non si tratta solamente di accordare uno strumento, ma di intonare la mente; renderla calma e pulita. Ciò richiede tempo, perseveranza, concentrazione e un luogo tranquillo. Se possibile bisogna eliminare i rumori; spegnere il computer, le lampade fluorescenti, il ticchettio degli orologi e cose simili. Il miglior posto per praticare è totalmente silenzioso, ma per la maggior parte delle persone questa è la cosa più difficile da trovare. Proprio per questo motivo in India si utilizza uno strumento come bordone, il tanpura. Non solo infatti il tanpura ci dà la tonica, ma copre anche i rumori della quotidianità. Mentre suoniamo cercando l’intonazione, il luogo nel quale siamo diventa un tempio del suono, un santuario separato dal mondo esterno.

Ripetizione
Sia che si reciti un mantra sia che si ripeta un’ Ave Maria, il ripetere dona calma e concentrazione della mente. Nella musica lo stesso risultato si ottiene attraverso la ripetizione di scale ed esercizi. Chi vuole praticare la musica, cominci lentamente, rilassato, respirando in maniera regolare e riducendo al minimo i pensieri. Praticando molti esercizi i muscoli mantengono una sorta di memoria di essi stessi e gradualmente le scale e gli schemi sembrano suonare da soli. Noi possiamo smettere di pensare dove mettere le dita, per concentrarci solamente sul suono in sé. Può essere che la musica diventi il mantra. Durante questo percorso alcuni pensieri ritorneranno, “salteranno” in mente. Quando questo succede abbiamo la possiblità di scegliere: scacciar via i pensieri oppure pensarli, rifletterci sopra per poi lasciarli andare via. La pratica musicale porterà un tempo per riflettere sulle cose e un tempo per essere liberi da qualsiasi pensiero e rilassare la mente.

Disciplina
Il corpo e la mente vengono allenati. Questa di per sé è una buona ragione per dedicarvi del tempo. Facendo esercizio coordinazione, concentrazione, memoria, pazienza si rinforzeranno e la capacità di resistere è una buona cosa. “O lo utilizzi o lo perdi”. Questa è una delle ragioni perché la pratica musicale è buona per tutte le età e a qualsiasi livello di profitto. La pratica della musica è anche un’arte. Essa implica uno sforzo creativo.Non c’è letteralmente fine a ciò che si può raggiungere. Con la pratica gli esercizi sono suonati musicalmente e si trasformano da sé in musica.

Meditazione
Il corpo di chi pratica, sia egli seduto o in piedi, è in posizione rilassata, con la colonna vertebrale dritta; il respiro è profondo e regolare e la mente libera da pensieri. Quella vocina nella nostra testa deve essere zittita. La musica può essere anche una religione. Fare qualcosa ripetutamente, fare in modo che diventi parte della propria vita, significa dedicarvisi religiosamente. La pratica dello yoga della musica dovrebbe preferibilmente essere fatta da soli. Stare insieme agli altri è una grande esperienza, un’opportunità unica per imparare e anche per divertirsi. Inoltre è un modo per alimentare la creatività ed è una parte necessaria dell’apprendimento della musica. Tuttavia praticare da soli ci porta più vicino al suono e alla percezione dei suoi effetti. L’aspetto spirituale della musica indiana è l’alap. L’alap sei tu stesso, il tuo strumento, il suono. L’alap viene suonato senza accompagnamento ritmico. Il solo altro strumento presente, sempre che ci sia, è un bordone. Solo dopo aver praticato possiamo condividere con gli altri i risultati della nostra pratica. E questo diventa una celebrazione della vita e dello studio.

Educazione e musica
- di Ali Akbar Khan

9e679bcaLa musica del Nord dell’India è una musica molto, molto antica. Risale a milioni e milioni di anni fa, quando fu creato l’Universo.
Sono migliaia e migliaia di anni che è diventata popolare ed è conosciuta ovunque. Non è solo la musica Indiana, ma è la musica dell’Universo. Il linguaggio di Dio.
Questo tipo di musica non è affatto musica nata per l’intrattenimento, anche se, naturalmente, può essere utilizzata in molti modi. Questa musica è un vero e proprio nutrimento per la mente e per il cervello, per il cuore e per l’anima. Attraverso di essa tu potrai amare i tuoi amici, i vicini di casa, la tua famiglia e tutte le cose e le creature del mondo.
Se i bambini cominciano ad ascoltare questa musica quando ancora sono nel grembo materno, in essi si svilupperanno pace e armonia e anche le funzioni cerebrali. Nei tempi passati non c’erano molte comodità come registratori, cassette o filmati, ma oggi è molto facile trovare riproduzioni, dischi e anche registratori per poter suonare buona musica per i bambini, durante i loro giochi o mentre si preparano per andare dormire. Non c’è bisogno di dire loro che devono ascoltare: osserva solamente l’effetto che questa musica avrà su di loro.
Nel passato, in tempi molto lontani, attraverso la musica e attraverso i Raga, i dottori curavano la gente. Ancora fino a 200 anni fa un dottore sarebbe venuto presso il malato a visitarlo, toccarlo, prendere il polso e fare una diagnosi, per poi curare il paziente, non con prodotti chimici, ma con tisane a base di erbe e cantando e suonando musica. E il malato avrebbe ascoltato; nessuna operazione sarebbe più stata necessaria. Il suono di questa musica curava veramente.
Questo tipo di musica utilizza dodici note (naturali, diesis o aumentate, bemolle o diminuite) combinate con 22 microtoni. Vi sono delle melodie specifiche per le ore della giornata, come i raga del mattino, del pomeriggio della sera o della tarda notte. La musica è basata sul ciclo delle 24 ore. Per esempio non canterai alla sera una melodia del mattino.
La musica è una meditazione. Io credo che sia la via più facile per incontrare Dio. Molte persone fanno uso di droghe o alcool, ma se tu impari la via corretta ti saranno necessari solo pochi istanti per entrare in uno stato di meditazione.
I toni del raga cambiano seguendo il movimento dalla terra, ma anche in relazione alla tua mente, al corpo e all’anima. Ogni ora e ogni giorno la musica cambia; ogni minuto e ogni secondo il ritmo cambia. Anche quando tu stesso ascolti o canti una melodia per una o due ore, essa è in continua trasformazione. Il cambiamento è continuo e ti porta lontano, sempre più lontano. Cambia il ritmo, cambia anche la melodia. L’intera struttura evolve nel corso delle 24 ore. Vi sono anche molti raga per le diverse stagioni. In India noi abbiamo sei stagioni: Grishya (estate calda), Garsa (i monsoni); Shrata (un periodo di transizione), Hemantha (autunno), Sheetha (inverno) e Basanta (primavera). Un raga deve avere almeno cinque, sei o sette note. Inoltre vi sono scale ascendenti e scale discendenti. La melodia è contenuta all’interno del raga. La tua anima entra in risonanza con questa melodia e risponde. Il tala è il ciclo ritmico, l’ornamento. Ci sono 360 differenti ritmi. Il ritmo del tuo corpo risuona con il tala. Tutti i ritmi derivano dai tuoi nervi.
La musica è suono e quando tu vuoi vuoi fare musica non devi esercitare i tuoi occhi, ma le tue orecchie. Ed è per questo motivo che se tu cominci con i bambini mettendo davanti ai loro occhi le note scritte, loro prenderanno la cosa “a rovescio”, la rifiuteranno e il tuo intento sarà compromesso. Per questo io non penso che sia una buona idea mettere davanti agli occhi dei bambini delle note musicali scritte. Un insegnante può invece fare molto di più, può prendere una tazza e degli oggetti metallici e produrre con questi alcune note. Può suonare delle note per i bambini e dire loro: “bene e ora prendi questa nota”.
Io cominciai a studiare musica all’età di tre anni. Mio padre non mi ha mai realmente forzato a sedermi e prendere uno strumento. Ma forse per un minuto o forse solo per pochi secondi egli suonava una nota e diceva: “Bene, ora dimmi questo, di’ questa parola, fai un suono come questo”. Quando i bambini hanno solo tre anni tu devi osservarli per un momento, catturare la loro attenzione magari solamente pochi secondi, ma ogni giorno devi fare questo. Quando crescono, a cinque o sette anni, potrai farli cantare o suonare per cinque o dieci minuti, ma non far loro scrivere nulla. Canteranno e ti seguiranno e poi suoneranno quello che vogliono, senza nessuna imposizione.
Come per il cibo, essi sentiranno fame e desiderio della musica. La musica è come il cibo: ogni volta che senti fame, vai in cucina a cercare qualcosa da mangiare. Ogni volta che lo desideri devi ascoltare della musica. Se i genitori desiderano che il bambino diventi un musicista, il modo migliore è quello di cercare un maestro per almeno 10-12 anni. Il bambino potrà provare diversi strumenti mentre è ancora giovane e poi sceglierà, o il suo maestro potrà scegliere per lui, se è un buon maestro.
La musica può portare infinite cose di grande utilità. Esattamente come qualcuno che voglia diventare un buon ingegnere o un dottore. Vi sono moltissimi ritmi che daranno una grande gioia, così i bambini potranno studiare con gioia, e non con l’atteggiamento coercitivo tipo: “devi farlo”. In questo modo acquisiranno forza ed energia.
Molte persone tuttavia non riescono a pensare alla musica e alla melodia in questo modo e preferiscono altri tipi di strutture musicali come le percussioni o la danza. 
Dunque in un certo modo i genitori possono decidere che tipo di bambino desiderano, anche prima che la donna rimanga incinta. Il giorno del concepimento è un giorno particolarmente importante. Tutto quello che la madre farà nei successivi dodici mesi influenzerà il bambino; sarà come se il bambino ricevesse delle immagini. Non sarà solo la musica che lo influenzerà; ma quando lei parlerà con gli amici o con suo marito o quando lei guarderà dei quadri nella sua casa, tutto influenzerà e nutrirà il bambino”.

(Tratto da un’intervista con Jean Millay)

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